Il fenomeno delle isole di calore riguarda anche la nostra città. La concentrazione della popolazione e degli edifici in una ristretta porzione del territorio altera le caratteristiche ambientali al punto da creare un clima locale significativamente diverso dalle aree rurali circostanti. Tale effetto riguarda non solo tutte le variabili meteorologiche ma anche il regime dei venti e l’intensità delle temperature.
Con Urban Heat Island (isola di calore urbana) si indica la differenza di temperatura tra un punto al centro della città e un punto in una zona di campagna prossima all’area urbanizzata. Concorrono ad accentuarne gli effetti l’intensa urbanizzazione data dai materiali con cui sono costruiti gli edifici, la tipologia di pavimentazione urbana e la mancanza di spazi verdi.
Sulla base dei dati registrati negli ultimi venti anni è stato possibile osservare come siano aumentate nel tempo le temperature anche nella nostra città. Infatti, dal 2001 al 2020, la temperatura media a Firenze è stata di circa 16° C, quindi circa 1,4°C in più rispetto a quella registrata mediamente fino agli anni ’70.
Dai primi anni del 2000 a Firenze opera un gruppo di Ricerca che si occupa di monitorare il clima della nostra città. Università di Firenze Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agrarie, Alimentari Ambientali e Forestali (DAGRI) Dipartimento di Architettura (Dida) Consiglio Nazionale delle Ricerche e Istituto di Bioeconomia (CNR-Ibe) insieme alla Fondazione per il Clima e Sostenibilità (FCS) ci spiegano l’importanza di intervenire con maggiore presenza di aree e infrastrutture verdi per ridurre le temperature e mitigare gli effetti dannosi che queste producono sulla salute della popolazione.
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